Antica Abbaziale di Sant'Apollinare
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in breve

La chiesa di Sant’Apollinare sorge ai piedi del Doss Trento, sulla riva destra dell'Adige, ai margini orientali dell'antichis­simo borgo di Piedicastello. Dedicata al santo vescovo di Ravenna, molto probabilmente in ricordo di un precedente luogo di culto del VI-VII secolo, la prima chiesa fu costruita prima, o poco dopo il 1000, e si estendeva in forma rettangolare nell’attuale sagrato o cimitero; di essa faceva parte l’attuale campanile (poi sopraelevato e ultimato sul finire del '400 o nei primi anni del '500). Apparteneva alla vicina abbazia di S. Lorenzo. Della chiesa si hanno però testimonianze documentate solo dal 1183 (Bolla di papa Lucio III, in data 11 aprile). Dopo il trasferimento della Comunità Benedettina da san Lorenzo a S.Apollinare, venne ricostruita sul sito attuale, sempre a cura dei benedettini, nella prima metà dei '300. Subì rifacimenti, aggiun­te e modifiche nei secoli XVIII e XIX, con interventi poco felici che tuttavia non ne modificarono la struttura essenziale.
 L'edificio, considerato uno dei più antichi e tipici monumenti di architettura religio­sa del Trentino, sorprende per la sua verticalità (dovuta, come si spiega nel capitolo specifico, all'influsso cistercense), per l'alto frontale a triangolo acuto e i ripidi spioventi coperti dalle caratteristiche «scandole».
Il rosone romanico fu aggiunto a metà dello scorso secolo (1859), e così pure la finta abside poligonale gotica che non compare, ovviamente, nel celebre disegno acquarellato del Dürer (1494).
 Ai lati del portale – ricco strombo e figura in rilievo del Santo nel lunotto – erano dipinti a fresco s. Lorenzo, s. Apollinare e s. Benedetto (a sinistra di chi guarda) e (a destra), s. Cristoforo (unica figura della quale rimane qualche traccia); nell'edicola, alla base del campanile, una Madonna con il Bambino, poi staccata e trasferita all'interno (al suo posto una lapide che ricorda, con una scritta in latino, il Vescovo e Preposito Bartolomeo Passi che assunse la responsabilità dell’ultimo intervento sull’edificio nel 18° secolo). Unico autore (non anonimo) degli affreschi e delle decorazioni che abbellivano la chiesa e l'abitazione dell'abate, è il pittore Nicolò da Padova, di scuola giottesca (1319).

INTERNO

La pianta è unica, a due campate quadrate, divise da un arco trionfale a tutto sesto e sormontate da due cupole ottagonali poggianti su pennacchi triangolari a muro liscio. Al 1760 (preposito Bartolomeo Passi) risalgono le ancone barocche della prima campata: a destra, entrando, quello della Madonna con l'affresco della venerata Immagine, sfregiata al volto secondo la tradizione dai soldati del generale francese Vendóme (1703); a sinistra, s. Giovanni Nepomuceno con ovale di notevole fattura. Agli angoli della campata in prossimità dell’arco trionfale, pregevoli resti di affresco del XIV° secolo: a sinistra, Madonna con il Bambino; a destra, S.Apollinare (Aponarius), San Giacomo, santa Martire (non identificata).

Nella seconda campata, l'altare maggiore di tipica forma medievale, sovrastato dal maestoso Crocifisso ligneo del Doss Trento (opera settecentsca, qui collocata nel 1985, anche per sottrarla ad atti di vandalismo); sulla sinistra (visibile attraverso una lastra di vetro posta sul pavimento) il probabile fonte battesimale ariano appartenente al primitivo edificio sacro (ambedue questi manufatti – fonte ed altare - furono riportati in luce nel corso degli ultimi scavi archeologici). L’attuale fonte battesimale è del '500.  Sulla parete di destra la pala del patrono, fatta dipingere su commissione del preposito Zulnhart dal pittore tedesco Altdorfer (1517); su quella di sinistra, una tavola con un Cristo dolente in piedi accanto alla croce, lavoro ritenuto da alcuni di scuola romana e da altri attribuito allo stesso Altdorfer.

La cappella del Santissimo, ricavata dalla recente sporgenza absidale della chiesa, ospita il precedente altare maggiore con il tabernacolo. Su mensoloni ai lati, le statue di s. Vigilio e di s. Apollinare, opera dello scultore bresciano Alessandro Callegari (1711).

La chiesa di Piedicastello, assieme alla venerata immagine della Madonna, da secoli costituisce uno dei più amati e frequentati santuari Mariani della città e della diocesi.

ESTERNO

Alla base del campanile una bellissima edicola trecentesca ad arcosolio con sarcofago, probabile tomba dell'abate Benedetto da Trento (+ circa 1467). Nelle alte lesene e nei muri perimetrali, oggi isolati verso sud, sono inseriti frammenti architettonici di trabeazioni con lettere cubitali, fregi a rilievo, iscrizioni lapidarie risalenti al periodo della dominazione romana (I°- III° sec. d.C.).

Particolare interesse storico riveste la lapide murata nella lesena verso l'Adige, angolo nord-est, la più antica e una delle meglio conservate della Regione, con una iscrizione latina che ricorda lavori eseguiti da Marco Apuleio, legato dell'imperatore Augusto

(Dati ripresi, e aggiornati dopo il recente intervento di restauro, dal volume LA CHIESA DI DIO CHE VIVE IN TRENTO Edizioni Diocesane 1986 – pagg.199.200)

planimetria

Immagine
Esterno

1 Portale (romanico-medievale nella parte inferiore). Nei due bassorilievi: il Male (raffigurato nel basilisco) è sconfitto da Cristo (simboleggiato a sinistra nel leone, e a destra nell’ippogrifo). E’ la bella notizia per chiunque entra in questa chiesa.

2 Arca o sarcofago degli Abati dell’antico Monastero che sorgeva nei pressi. Il bassorilievo: “In Paradiso ti portino gli Angeli…”


3 Torre campanaria (risalente in parte alla precedente chiesa romanica del 10° o 11° secolo che sorgeva sull’attuale sagrato) 
 

Interno

4 Attuale cella per le Confessioni. Il peccato è la peggiore delle malattie, ma Dio è Padre: attende e guarisce.

5 Affresco recentemente scoperto: Madonna in trono con il Bambino (2° metà del 1300?). Lasciatevi guardare da lei e ditele: “…Vita, dolcezza, speranza nostra: salve!”.

6 Affreschi di santi Martiri recentemente scoperti: …ONARIUS (S.Apollinare di Ravenna), JACOBUS (apostolo San Giacomo di Compostela), Santa Martire (Caterina d’Alessandria?). I loro volti sereni e pressochè sorridenti attestano che “c’è più gioia nel donare che nel ricevere”.

7 Tavola del Cristo della Passione. (Secolo 16°. Scuola dell’Altdorfer?). “Uomo dei dolori che ben conosce il patire… Per le sue piaghe noi siamo stati guariti”.

8 Tavola di S.Apollinare (Secolo 16°. Scuola dell’Altdorfer). “Il buon Pastore dà la vita per le pecore: nessuno può strapparle dalla sua mano”.

9 Attuale Battistero (vasca del 16° secolo), sovrastante i resti di un probabile Fonte Battesimale altomedievale, forse attribuibile a cristiani Ariani provenienti da Ravenna. Da molti secoli QUI vengono alla luce i figli di Dio, per una vita cui nulla e nessuno potrà mai porre fine.

10 Ambone della Parola di Dio. Al suo interno: parte dell’antico architrave del portale medievale. “Se le mie parole rimangono in voi, dice il Signore, porterete molto frutto”.

11 Altare medievale (con cella interna per le reliquie, trovato negli scavi), in asse con il bassorilievo dell’Agnello (in alto, al centro della cupola che simboleggia il Cielo). Quando vi si celebra l’Eucaristia, si partecipa alla Liturgia del Cielo: Cristo, Agnello immolato ma vivente, si dona ai suoi come cibo di vita eterna.

12 Crocifisso ligneo (18° secolo), portato qui dal sovrastante “Doss Trento”. Nel suo volto, disteso e forte, s’acquieta ogni tempesta. Il suo costato, squarciato e aperto, rivela che Dio è Amore che accoglie, non enigma da temere.

13 Madonna di Piedicastello (opera di Nicolò da Padova, discepolo di Giotto - 1320). Secondo i canoni iconografici orientali dell’Odighìtria, la Madonna è rappresentata nei tratti di una Donna forte, che con tutta la sua persona accoglie e offre al mondo l’Onnipotente (bambino, ma già maturo nei tratti). Con la mano destra lo indica a tutti come Maestro di vita e Via da seguire.

14 Abside ottocentesca, ora cappella del Santissimo (riservata alla preghiera silenziosa). “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi – dice il Signore: io vi darò ristoro”. Nel silenzio.

15 Statue di S.Apollinare e S.Benedetto (opere di Alessandro Callegari - 18° sec.).

16 (All’esterno:) Lapide di Marco Apuleio (23 a.C.), qui inserita nel corso del Medio Evo.

A Cristo, Signore del tempo e della storia, sia gloria nei secoli. Amen


anche questa chiesa va osservata e compresa nella sua duplice dimensione:
l’una (storico-artistica) e l’altra più profonda (simbolica e spirituale).

per una visita completa scarica qui il pdf con la guida all'edificio

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