i discepoli di san francesco
Nel 1220 avviene un fatto che fa piacere ricordare: san Francesco d’Assisi manda in missione alcuni suoi frati nelle aree di lingua tedesca.
Leggiamo dagli annali dei frati francescani questa notizia simpatica per la sua freschezza:
L'incarico di guidare i Frati verso la Germania fu affidato dallo stesso san Francesco a Cesario da Spira. Egli prese con sé i frati Giovanni da Pian del Carpine, Barnaba tedesco, Tommaso da Celano, Giuseppe da Treviso, Abramo ungherese, Simone toscano, Corrado tedesco, Pietro da Camerino … e altri: in tutto 12 chierici e 15 laici...
Cesario da Spira spedì alcuni avanti a sé per preparare per sé e per i suoi fratelli un luogo in Trento; gli altri frati li seguirono in gruppi di tre e quattro".
Il luogo fatto preparare da Cesario da Spira a Trento sta a significare che qui alcuni frati (4) si sarebbero insediati stabilmente: erano Fra Giacomo, fra Corrado, fra Gualtiero e fra Pietro. Era il settembre-ottobre del 1221.
Dov'era la prima dimora dei francescani a Trento? Apud castrum Tridentinum dicono le cronache francescane, cioè ai piedi del castello di Trento, cioè: Piedicastello. Il primo convento francescano trentino dal 1221 fino al 1240, grazie alla generosità dei Benedettini, potè insediarsi a s. Apollinare. (E anche le monache Clarisse di santa Chiara trovarono ospitalità nel nostro rione, fino al 1229).
In quegli anni quindi furono i frati di san Francesco a celebrare nella chiesa romanica di s. Apollinare. Lo sappiamo da uno scritto autobiografico di Bartolomeo da Trento, che racconta un fatto che non sappiamo se definire curioso o prodigioso… Ecco cosa riferisce:
“Nel giorno di Pasqua dell’anno 1235, nella chiesa di s. Apollinare dove i Frati Minori allora dimoravano, celebravo la Messa conventuale e per la presenza del popolo consacrai parecchie ostie, alcune delle quali tuttavia le dovetti poi dividere in più parti per il grande numero di comunicandi. Dopo che i frati e il popolo si furono comunicati, mentre stavo ripiegando il corporale, nei diversi posti dove era stato collocato il sacrosanto corpo del Signore, lo vidi coperto di briciole color rosaceo. Chiamo i frati e mostro loro ciò che avevo visto. Allora frate Bonifacio da Verona, battendosi il petto esclamò: «Signore, se fin’ora ho dubitato, d'ora in poi non dubiterò più».
Esitando sul da farsi, chiesi se qualcuno non aveva ancora bevuto il vino dopo ricevuto il pane eucaristico. E trovato un frate fra gli accoliti, posi quelle briciole rosacee nel calice e ne feci bere da lui il contenuto. Spontaneamente dichiarò di non avere mai mangiato briciole così gustose”.
Leggiamo dagli annali dei frati francescani questa notizia simpatica per la sua freschezza:
L'incarico di guidare i Frati verso la Germania fu affidato dallo stesso san Francesco a Cesario da Spira. Egli prese con sé i frati Giovanni da Pian del Carpine, Barnaba tedesco, Tommaso da Celano, Giuseppe da Treviso, Abramo ungherese, Simone toscano, Corrado tedesco, Pietro da Camerino … e altri: in tutto 12 chierici e 15 laici...
Cesario da Spira spedì alcuni avanti a sé per preparare per sé e per i suoi fratelli un luogo in Trento; gli altri frati li seguirono in gruppi di tre e quattro".
Il luogo fatto preparare da Cesario da Spira a Trento sta a significare che qui alcuni frati (4) si sarebbero insediati stabilmente: erano Fra Giacomo, fra Corrado, fra Gualtiero e fra Pietro. Era il settembre-ottobre del 1221.
Dov'era la prima dimora dei francescani a Trento? Apud castrum Tridentinum dicono le cronache francescane, cioè ai piedi del castello di Trento, cioè: Piedicastello. Il primo convento francescano trentino dal 1221 fino al 1240, grazie alla generosità dei Benedettini, potè insediarsi a s. Apollinare. (E anche le monache Clarisse di santa Chiara trovarono ospitalità nel nostro rione, fino al 1229).
In quegli anni quindi furono i frati di san Francesco a celebrare nella chiesa romanica di s. Apollinare. Lo sappiamo da uno scritto autobiografico di Bartolomeo da Trento, che racconta un fatto che non sappiamo se definire curioso o prodigioso… Ecco cosa riferisce:
“Nel giorno di Pasqua dell’anno 1235, nella chiesa di s. Apollinare dove i Frati Minori allora dimoravano, celebravo la Messa conventuale e per la presenza del popolo consacrai parecchie ostie, alcune delle quali tuttavia le dovetti poi dividere in più parti per il grande numero di comunicandi. Dopo che i frati e il popolo si furono comunicati, mentre stavo ripiegando il corporale, nei diversi posti dove era stato collocato il sacrosanto corpo del Signore, lo vidi coperto di briciole color rosaceo. Chiamo i frati e mostro loro ciò che avevo visto. Allora frate Bonifacio da Verona, battendosi il petto esclamò: «Signore, se fin’ora ho dubitato, d'ora in poi non dubiterò più».
Esitando sul da farsi, chiesi se qualcuno non aveva ancora bevuto il vino dopo ricevuto il pane eucaristico. E trovato un frate fra gli accoliti, posi quelle briciole rosacee nel calice e ne feci bere da lui il contenuto. Spontaneamente dichiarò di non avere mai mangiato briciole così gustose”.